A volte ritorno: cos’è cambiato in duemila anni?

– Perché? Lei lo sa, perché? Perché la gente va in giro armata?
– La Costituzione ci dà il diritto di difenderci, – risponde il pastore. – La Bibbia stessa ce lo insegna: «montare la guardia alla fortezza, sorvegliare le vie, cingerti i fianchi, rac…»
– Sì sì, «raccogliere tutte le forze», – continua Gesù, terminando la citazione – Libro di Naum, capitolo 2, versetto 3.

“Fate i bravi”

Quanto può essere difficile seguire questo comandamento? Ne esistono diverse varianti, tra cui il più famoso “Non fare agli altri altri ciò che non vuoi si a fatto a te”. Tre parole però sono più concise e riassumono bene il significato, tanto che secondo Dio, nel romanzo, bastava solamente questo al posto dei dieci comandamenti. Niente di ampolloso o complicato, solo “Fate i bravi”.

Eppure qualcosa è andato storto sulla Terra: guerre, violenze, discriminazioni sono all’ordine del giorno. Dio, appena tornato da una breve vacanza, decide che la situazione è degenerata fin troppo: è tempo di rimandare Gesù sulla Terra e fargli ripetere un’altra volta il concetto di “amore fraterno”.

Esistono varie opere che parlano di versioni alternative di Gesù: parodie, reinterpretazioni o tentativi di ricostruire la sua vita in modo bizzarro. Questo è forse il primo libro che porta ai giorni nostri un Cristo che sembra davvero quello del Vangelo. L’autore dà prova più volte di conoscere la Bibbia e di averla saputa rapportare al mondo reale: Gesù nel romanzo è un personaggio vivo con il suo carattere, le sue emozioni e le sue passioni, in particolare la chitarra. Dopotutto quando hai in paradiso persone del calibro di Jimi Hendrix come fai a non appassionarti? E non solo lui: i santi, Lucifero e persino lo stesso Dio possiedono una caratterizzazione tale da renderli reali, tanto da farti mettere da parte le tue convinzioni religiose per un’oretta (qualunque esse siano) e permetterti di immergerti in questa storia.

Perché questo libro rimane impresso?

Forse per lo stile con cui è stato scritto. Nei romanzi, specie quelli di genere, la narrazione predominante avviene in terza persona al passato, mentre il secondo posto viene contesto tra le due versioni della prima persona: al passato e al presente. Libri scritti in terza persona al presente sono veramente pochi. Questo è uno di quei pochi, e funziona. La cosa divertente di ciò è che il testo scorre così bene mentre lo leggi – anche grazie alla descrizione di alcune scene non troppo sobrie – che non ti accorgi neppure di questa ‘stranezza’ durante la lettura. Io, ad esempio, me ne sono accorto solo dopo averlo terminato.

Tutto molto bello, ma oltre allo stile c’è altro? Sì, c’è la personale visione che l’autore ha del mondo, della religione e di come questa viene interpretata. Non è una forma di ateismo, al contrario: Dio è molto presente in questo romanzo, ma non è quello a cui siamo abituati. È sempre lui, quello che ha ispirato la Bibbia e che ha creato il mondo, ma è anche quello che se ha creato piante che ti rilassano quando te le fumi un motivo ci sarà.

“Ma cosa ci vuole a far credere? Basta tirare qualche fulmine o far comparire la faccia di Gesù su un toast, no?”

Non proprio. Infatti, sempre secondo la visione dell’autore, il Vangelo non è stato scritto seguendo proprio fedelmente la realtà. Come la moltiplicazione di pani e pesci che da cena da cinquanta commensali potrebbe essere stata un po’ ingigantita per far sembrare Gesù molto più potente di quanto non sia in realtà. La “magia”, contrariamente a quanto si potrebbe pensare in un romanzo di questo tipo, è ridotta al minimo. In realtà, in tutta la parte ambientata sulla Terra, è quasi assente, costringendo Gesù a trovare modi “umani” per riuscire a trasmettere il suo messaggio al mondo. Il fulcro del romanzo infatti è proprio questo: non tanto cosa potrebbe fare Gesù sulla Terra, quanto il modo in cui verrebbe recepito una volta arrivato. Nel secondo millennio come si comporterebbero le persone davanti a un nuovo oratore che si professa figlio di Dio? Forse in modo non troppo diverso da ciò che è successo duemila anni fa.

L’autore ha pensato a questo e a pressoché qualsiasi altra cosa riguardi l’antico e il nuovo testamento, mostrando una versione del cristianesimo (ma anche di altre religioni, in realtà) molto solida e ben argomentata. Un lavoro di fino fatto con uno stile studiato e molto d’impatto (persino un po’ scurrile in certi punti) che rivela l’immenso lavoro di progettazione che vi sta dietro, anche con riferimenti e rivisitazioni di fatti realmente accaduti. Il tutto senza essere una pretesa di mostrare “la nuova realtà religiosa”, solo quella di intrattenere il lettore con una buona storia.

Solo, non leggete il capitolo ambientato all’inferno se avete appena mangiato.



Categorie:Consigli di lettura

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